Come nascono le news? Quali sono le principali “fabbriche” delle notizie? Qual è il sistema di vaglio e di controllo delle informazioni (e delle bufale) che alimentano il circuito dei media? A queste domande e a molte altre rispondono Stefano Polli, vice direttore dell’Ansa e Cesare Protetti, giornalista d’agenzia di lungo corso, esperto in contenuti digitali, nel loro manuale da poco pubblicato (Istimedia edizioni, pagg. 414, euro 20) “E’ l’agenzia, bellezza! Storia, teoria e tecniche del giornalismo d’agenzia”, giunto alla sua seconda edizione con ampi aggiornamenti e rifacimenti e un focus sulla fotografia e le agenzie fotografiche a cura di Vanessa Quinto.
La prima edizione di questo testo, adottato da alcune scuole di giornalismo, è del 2007: 14 anni sono un’eternità e non solo per il mondo delle agenzie (alcune sono nate, altre sono morte, altre si sono fuse), ma per l’intero mondo dell’informazione che ha oggi un nuovo campo di gioco “delimitato – come scrive nella prefazione Giulio Anselmi – dai giganti della tecnologia come Apple, Samsung o Huawei e dalle nuove piattaforme digitali come Google, Facebook e Twitter, Instagram”.
Sull’attendibilità si gioca, oggi più che mai, la grande sfida del giornalismo e del giornalismo d’agenzia in particolare, che, da sempre, deve arrivare agli utenti velocemente con un’informazione accurata, imparziale e verificata. “La sopravvivenza delle agenzie di informazione, cioè la necessità di ricorrere ad esse come sicuri organi di base- ha scritto Sergio Lepri – dipende dalla misura in cui la loro mediazione significhi non soltanto gestione delle informazioni che circolano fuori dalla Rete e dentro la Rete, ma anche verifica e controllo di quelle informazioni. Una mediazione che sia soprattutto mediazione di verità; e se la parola “verità” fa un po’ paura, diciamo: una mediazione di qualità”.
“Stefano Polli e Cesare Protettì raccontano in questo libro – ha scritto Giulio Anselmi nella prefazione – il mondo delle agenzie d’informazione. E lo fanno su più piani: la professione giornalistica, la storia, l’evoluzione tecnologica, dai piccioni a twitter, fino a realizzare una sorta di enciclopedia della materia, di ieri, di oggi e di domani. Ma la completezza non toglie calore e passione al racconto”.
Dal piccione viaggiatore ad Internet il viaggio è stato lungo, non solo sul piano tecnologico. In Italia, in particolare, il panorama delle agenzie nazionali, già ricco rispetto ali altri paesi, si è ulteriormente arricchito con l’ingresso in campo di nuovi protagonisti come “LaPresse”, “Agenzia Nova” e “Vista”. Alcune agenzie sono scomparse, come “Il Velino”; altre si sono fuse, come l’Asca e TmNews per dar vita all’Askanews. Alcune, a cominciare proprio da Nova e da Askanews, hanno aperto una finestra sui paesi balcanici e sulla Cina e i paesi emergenti.
Il libro, di agevole lettura, è ricco di aneddoti su scoop realizzati, mancati, contesi, ritardati, censurati e…. rubati; storie di giornalisti (i “tarantolati dell’informazione”, gli “scalpellini della notizia”) che hanno colto, prima di altri, momenti che hanno fatto storia (il crollo del muro di Berlino, le dimissioni di papa Ratzinger…). Non mancano le interviste: a Lucia Annunziata, a Pio Mastrobuoni, a Luigi Contu (dall’Ansa a Repubblica e ritorno, come direttore). Ricco l’indice dei nomi: giornalisti, editori, studiosi dell’informazione. Molto utili anche i manuali con le regole di scrittura e pronuncia che si trovano nel fondamentale e sempre attuale capitolo su “Fonti, tecnica e linguaggio”.