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Quando la scultura può fondersi con la pittura di Annita Mechelli

Annita Mechelli nasce in Umbria nel dicembre 1931, trasferendosi quasi subito a Roma. Sin dai suoi primi anni coltiva il lavoro dei materiali e la ricerca delle forme: come lei stessa ricorda, la sua prima “mostra” avvenne dalle suore, all’età di cinque anni.

Poi, passata la guerra, Annita Mechelli studiando le arti visive all’Accademia di Belle Arti comincia una memorabile frequentazione della Roma creativa degli anni ‘50, conoscendo artisti, poeti e scrittori tra Via Margutta, il Caffè Greco e le avanguardie del tempo.

In questo periodo Annita espone in diverse collettive, soprattutto legate all’ambiente romano. Negli stessi anni si impegna nell’attività di arredo di interni e decorazione. Il legame artistico più consolidato fu con lo scultore Pericle Fazzini, di cui Annita frequentò lo studio e sviluppò in maniera originale l’eredità figurativa.

Da tali esperienze è quindi discesa, negli anni successivi, l’attività creativa dell’artista, dedicata specialmente al lavoro scultoreo, seguito e curato da Annita in ogni opera per ogni sua fase di sviluppo e lavorazione, e che si profila così come suo principale e privilegiato spazio d’azione.

Nei primi anni ‘70 Annita Mechelli comincia la serie delle sue mostre personali – circa 300 – che durano, ad intervalli pluriennali, fino a oggi. Da questo stesso periodo inizia, accanto a quello scultoreo, un percorso anche pittorico, maturato a sua volta nei decenni successivi, specie negli anni più recenti.

Diverse tappe importanti segnano, dal 1990 in poi, la sua carriera, anche tramite significativi lavori per una committenza pubblica e dalla valenza sociale, come avvenne con l’opera Pace negli stadi del 1990, con Il dono della rinascita per l’AVIS del 2006, o ancora con l’opera per il nuovo Porto di Roma a Ostia, nel 2012, e vari altri monumenti civici disseminati per l’Italia.

Annita Mechelli, che dal 1975 in poi ricevuto molteplici riconoscimenti per la sua opera artistica, coltiva anche da molti anni la scrittura poetica, così come il disegno e la fattura di gioielli d’arte, delineando così in sé un verosimile profilo compiuto di artista.

La personalità della scultrice è accomunata dal grande desiderio di rompere con le vecchie tradizioni e le vecchie regole dell’arte, in una costante ricerca di nuovi modi per poter esprimere la propria arte.

Sculture destinate a essere investite da una enorme popolarità, nelle quali l’artista armonizzò forma, colore e un movimento reale, concependo l’insieme come un “universo”, nel quale “ogni elemento può muoversi, spostarsi oscillare avanti e indietro in un rapporto mutevole con ciascuno degli altri elementi”.

La pesantezza del vivere di Annita Mechelli è sfidata dallo scultore che libra masse pesanti e leggere verso il cielo, verso un universo spaziale e sensoriale non circoscrivibile, non misurabile. Come non misurabile è la velocità che proietta, con fulminei percorsi, materiali non convenzionali in linee curve asimmetriche. Curve che costituiscono innumerevoli variazioni di grazia e leggerezza che ruotano, si torcono e contraggono l’una dentro l’altra, per il solo piacere d’affermare la loro esistenza.

Nessun significato nascosto è da ricercare in quelle linee, vuote o piene, se non un richiamo alla nostra sensibilità percettiva, che in quella raffinata semplicità d’arte educa il visitatore all’osservazione e alla conoscenza di forme che, in modo imprevedibile e bizzarro, occupano spazi e volumi ariosi.

Ma Annita Mechelli è anche una apprezzatissima pittrice.

E’ una dei più grandi pittori del XX secolo, è celebre per le sue opere straordinarie e le spiegazioni complesse che le accompagnano. Le sue creazioni eccentriche portano gli spettatori in un mondo fantastico e misterioso, in cui il tempo, lo spazio e la realtà si mescolano. Annita utilizza simboli e immagini bizzarre per trasmettere la sua visione della psiche umana e i suoi pensieri più profondi. Attraverso l’analisi delle opere e delle spiegazioni della pittrice, possiamo svelare i misteri e le interpretazioni nascoste dietro il suo straordinario genio artistico.

Originalità e innovazione: l’originalità e l’innovazione nel campo dell’arte. Annita è stata una pioniera, unendosi a coloro che cercavano di esplorare nuove possibilità e di rompere le convenzioni artistiche tradizionali. Le sue opere sono caratterizzate da immagini straordinarie, astratte, che sfidano la percezione e la razionalità.

Un altro vantaggio delle sue opere è la loro complessità e la possibilità di molteplici interpretazioni. Le sue opere sono ricche di simbolismi e di significati nascosti, che permettono agli spettatori di immergersi in un mondo di misteri e di esplorare il proprio inconscio. Le spiegazioni riguardo alle sue opere sono spesso criptiche e lasciano spazio a diverse interpretazioni, stimolando così la partecipazione attiva del pubblico.

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