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All’ombra della storia di Stefania Craxi

 

Stefania Gabriella Anastasia Craxi (Milano, 25 ottobre 1960) è una politica italiana, sottosegretaria di Stato agli affari esteri dal 2008 al 2011 nel governo Berlusconi IV. Deputata dal 2006 al 2013, dal 2018 è senatrice per Forza Italia

A partire dal 10 novembre 2022 ricopre la carica di Presidente della 3ª Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato della Repubblica.

Figlia del Presidente del Consiglio e segretario del PSI(19342000) e sorella maggiore di Bobo (1964), nel 1985 avvia una coll aborazione con Canale 5, divenendo segretaria di produzione per il programma W le donne e per Miss Italia; nel 1986 fonda la Italiana Produzioni Audiovisive, poi ridenominata Aran e successivamente Endemol.

Dopo la morte del padre avvenuta nel 2000, lascia la carriera televisiva e dà vita alla Fondazione Craxi, con l’obiettivo di esaltare, attraverso convegni e documentari, la figura di leader socialista del padre.

Si è sposata due volte: con l’imprenditore Renato Neri, da cui ha avuto il figlio Federico (1987); e con Marco Bassetti, stilista e designer milanese, già presidente e amministratore di Endemol ora alla guida di Banijay, da cui ha avuto le figlie Benedetta e Anita (1991).

La sua ultima fatica letteraria all’ombra della storia la mia vita tra politica e affetti (2024 Piemme editore)

«Questo volume nasce da un moto dell’animo. Racconta un pezzo della mia storia, il mio Craxi, un padre difficile e straordinario, e, vagando tra i ricordi, narra le vicende della nostra famiglia, una famiglia allargata a una piccola, grande comunità politica e di amici che per anni ha condiviso tutto.» «La mia prima vita, che racconto in questo libro, non contemplava il palcoscenico, ma semmai il dietro le quinte, lo stare fuori dallo schermo, mai davanti. E, soprattutto, non prevedeva, neanche per sogno, la politica come impegno quotidiano. Ma nessuno ci chiede cosa vogliamo: la volontà si scontra con il senso del dovere, del dover agire e del dover fare, del dover dire e del dover esserci. È questo l’insegnamento che ho tratto vivendo all’ombra della Storia. Non ne ho fatto parte, forse solo in determinati frangenti, in alcuni casi comici e in altri tragici, ma sono mio malgrado una testimone. E oggi, raggiunta l’età della maturità, l’età in cui si riflette e si guarda al passato, vedo scorrere davanti ai miei occhi dei fotogrammi, che mi fanno capire quanto sia distante quel tempo passato e quanto, per molti versi, quel tempo sembra non passare.» Per la prima volta, Stefania Craxi, figlia di Bettino, decide di raccontare una storia politica di cui va fieramente orgogliosa. Nelle sue memorie, nei suoi aneddoti e riflessioni non c’è solo il ricordo affettuoso del politico esuberante e sognatore, ostinato e tenace che era suo padre, ma il racconto di un intero Paese in grande trasformazione, pieno di energie e rancori mai sopiti. Uomini e donne, protagonisti e comparse di un’epoca che non tornerà; i pochi che le sono stati vicino e i molti che si sono girati dall’altra parte nei periodi più bui; pagine straordinarie, e a volte dolorose, della storia recente italiana. All’ombra della storia è un memoriale dolce e struggente di una figlia che semplicemente ricorda, a distanza di tanti anni – e che non dimentica – l’eredità di un pensiero e di una cultura politica.

Questo volume si presenta come un viaggio intimo e riflessivo attraverso la memoria personale e collettiva, in cui Stefania ripercorre le vicende della sua famiglia e dell’epoca storica in cui suo padre è stato un protagonista di primo piano.

Il tono è quello di un racconto personale, carico di emozioni e di consapevolezza maturata con il tempo. Stefania descrive Bettino Craxi non solo come padre, ma anche come figura politica complessa e visionaria, capace di suscitare tanto ammirazione quanto critiche feroci. Il libro è anche un tributo a una generazione e a un’Italia in trasformazione, mostrando le dinamiche politiche e sociali dell’epoca, e riflettendo sui rapporti umani e politici che hanno segnato quegli anni.

Il titolo All’ombra della storia suggerisce un duplice significato: da una parte il ruolo di testimone “nell’ombra” che Stefania ha ricoperto per gran parte della sua vita, e dall’altra il peso di una storia che continua a influenzare il presente. Si tratta di un’opera che unisce l’aspetto umano e affettivo a quello storico e politico, offrendoci uno sguardo personale su una fase cruciale della storia recente italiana.

Racconto la storia di una famiglia che è una famiglia politica e socialista, una famiglia che si allargava ad una comunità, quella socialista a sua volta aperta alla società civile – le parole di Stefania Craxi -. Avevo capito da subito, da bambina, che mio padre non si sarebbe mai occupato dei miei compiti, delle mie prime cotte, l’unico modo per restare vicino a lui era la politica e così ho fatto la mia prima campagna elettorale a 8 anni, zainetto in spalla su e giù per Milano. Anche lui si rese da subito conto che aveva poco spazio da passare in famiglia, così viaggiavo molto con lui, accompagnandolo nelle visite ufficiali in giro per il mondo”.

In questo libro, Stefania Craxi rievoca l’esperienza personale e familiare vissuta accanto al padre, Bettino Craxi, politico e figura centrale del socialismo italiano negli anni ’80. Racconta la peculiarità di appartenere a una famiglia non solo “politica”, ma anche “socialista,” che allargava i propri orizzonti verso la società civile. Questo senso di comunità e impegno per una causa più ampia ha influito anche sulla sua infanzia e adolescenza.

Stefania descrive la consapevolezza, fin da bambina, che il padre non avrebbe potuto dedicare molto tempo agli aspetti quotidiani della sua vita personale. Per rimanere vicina a lui, scelse quindi di avvicinarsi alla politica, al punto da fare la sua prima esperienza elettorale a soli otto anni. Crescendo, ha spesso accompagnato il padre in viaggi ufficiali, condividendo con lui il ritmo e le responsabilità della vita pubblica.

Queste riflessioni mettono in luce non solo il sacrificio che la famiglia ha dovuto affrontare per l’impegno politico di Bettino Craxi, ma anche come Stefania abbia trovato un modo personale e unico per essere vicina a lui, abbracciando l’attivismo politico fin dalla tenera età.

Il testo offre un resoconto denso di memoria personale e politica, incentrato sull’evoluzione di Milano e Hammamet, e sul ruolo della politica nella vita di Stefania Craxi, figlia di Bettino Craxi.

Stefania Craxi descrive la Milano di quegli anni come un luogo di opportunità, inclusività e vitalità, in netto contrasto con la città odierna, che giudica più elitaria e meno accogliente. La città del passato emerge come simbolo di rinascita dopo il terrorismo degli anni ’70, caratterizzata da un clima riformista e da una società che, seppur diversificata, era unita.

L’infanzia e l’adolescenza, vissute con emozione e una vivacità legata all’ambiente artistico e culturale della città.

L’isolamento della seconda Hammamet, che coincide con l’esilio del padre, Bettino Craxi. Qui emergono sentimenti di solitudine e amarezza, intrecciati a un giudizio duro sull’operato della giustizia italiana durante Tangentopoli, vista come una “storia di infamia”.

Nel libro si celebra il primato della buona politica, contrapposta alla deriva televisiva e spettacolare degli anni successivi. Craxi sottolinea che un tempo la politica riguardava questioni vitali e drammatiche, mentre oggi appare sbiadita. L’elogio alla politica di suo padre si intreccia con una riflessione sui limiti del giustizialismo e sulla necessità di una riconciliazione storica rispetto al periodo di Tangentopoli.

Stefania ricorda il sollievo di Bettino Craxi per l’ascesa di Silvio Berlusconi, vista come un baluardo contro una sinistra che, nelle parole dell’autrice, avrebbe portato l’Italia verso una fase di illiberalità. Tuttavia, la consapevolezza che la politica fosse irrimediabilmente cambiata con l’avvento di nuovi modelli di comunicazione e potere è una costante riflessione che emerge dal racconto.

In sintesi, il libro si configura come un viaggio tra la memoria personale e collettiva, intrecciato alla figura del padre, al significato della politica, e a due città simboliche per l’autrice: Milano e Hammamet.

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