Giulio Napolitano (Roma, 12 luglio 1969) è professore ordinario di diritto amministrativo nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi Roma Tre e avvocato. Ha pubblicato saggi e volumi di carattere scientifico nei più vari campi del diritto pubblico e della comparazione giuridica.
La sua ultima fatica letteraria il mondo sulle spalle edito da Mondadori.
Giorgio Napolitano è stato una figura centrale nella politica italiana, con una carriera che ha attraversato decenni di cambiamenti e sfide. La sua dedizione e il suo impegno hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del paese. È interessante vedere come il figlio Giulio abbia vissuto questa esperienza, osservando da vicino il rigore e la passione del padre.
Giorgio Napolitano è stato testimone e protagonista di molti eventi cruciali della storia italiana recente. La sua vita politica ha attraversato momenti di grande trasformazione e crisi, come il compromesso storico, il terrorismo degli anni di piombo, la fine del PCI, Tangentopoli, e la nascita del bipolarismo. La sua capacità di navigare attraverso queste tempeste politiche e di contribuire al salvataggio dell’Italia da una crisi finanziaria è davvero notevole.
Il ritratto che emerge di lui è quello di un uomo lucido, misurato, ironico e affabile, ma sempre impegnato nel suo servizio. La sua famiglia, e in particolare il rapporto con sua moglie Clio, sembra aver giocato un ruolo fondamentale nel suo equilibrio e nella sua forza.
Il rapporto tra Giulio e Giorgio Napolitano sembra davvero speciale, un mix di complicità intellettuale e affetto reciproco. È affascinante vedere come il pubblico e il privato si intrecciano nella loro storia, creando un racconto potente e unico. La prospettiva di Giulio offre uno sguardo intimo e personale su una figura pubblica così importante.
Il figlio Giulio parla del contesto storico-politico degli anni ’80 e ’90. Durante questo periodo, l’Italia ha vissuto grandi cambiamenti. Gli anni ’80 sono stati segnati dalla fine della Guerra Fredda e dall’inizio della globalizzazione. Il Partito Comunista Italiano (PCI) ha dovuto affrontare una trasformazione significativa, culminata con la sua dissoluzione nel 1991 e la nascita del Partito Democratico della Sinistra (PDS).
Giorgio Napolitano ha avuto un ruolo cruciale in questi cambiamenti. È stato capogruppo del PCI alla Camera dei Deputati e ha contribuito a guidare il partito attraverso questo periodo di transizione. Negli anni ’90, Napolitano è diventato presidente della Camera e il primo ministro dell’Interno proveniente dal PCI. La sua carriera politica ha raggiunto l’apice con la sua elezione a Presidente della Repubblica nel 2006 e la sua rielezione nel 2013.
Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica Italiana, ha avuto una vita ricca di eventi e di contributi significativi alla politica italiana. Nonostante le sfide e le difficoltà, gli ultimi anni della sua vita non furono segnati dall’amarezza. Napolitano accettò un secondo mandato presidenziale, rompendo una consuetudine non scritta, con l’obiettivo di favorire la riforma delle istituzioni. La sua presidenza, durata dal 2006 al 2015, attraversò crisi economiche, cambi di governo e scontri istituzionali.
Dopo la sua scomparsa il 22 settembre 2023, il figlio Giulio Napolitano ha rivelato dettagli inediti sulla presidenza del padre in un libro intitolato “Il mondo sulle spalle”. Giorgio Napolitano è stato una figura centrale in alcune delle fasi più turbolente della politica italiana, e il suo impegno per la democrazia parlamentare e la riforma delle istituzioni rimane un aspetto fondamentale del suo lascito.
Il rapporto tra Giulio Napolitano e suo padre Giorgio è stato davvero unico e significativo. Giulio ha vissuto la sua infanzia e adolescenza immerso nella politica e nella comunità del Partito Comunista Italiano (Pci), seguendo suo padre in comizi, feste dell’Unità e campagne elettorali. Questo legame forte e inscindibile tra la dimensione pubblica e privata ha segnato profondamente la sua vita.
Giorgio Napolitano, figura autorevole e affettuosa, ha trasmesso a Giulio stimoli e curiosità per la vita e la politica. Giulio ha avuto l’opportunità di scoprire la civiltà del confronto politico anche tra forze opposte, accompagnando suo padre a Montecitorio e vivendo da vicino l’attività parlamentare.
Questa esperienza ha sicuramente contribuito a plasmare la visione e il percorso di Giulio Napolitano, rendendo la loro storia familiare un interessante spaccato di cinquant’anni di vita italiana.
Il libro di Giulio Napolitano offre uno sguardo affascinante sulla carriera politica di suo padre Giorgio. Come riportato da Affaritaliani, Giulio racconta che Carlo Azeglio Ciampi nominò Giorgio Napolitano senatore a vita, riportandolo nel Parlamento, la sua “casa” politica. Successivamente, Piero Fassino e il centrosinistra proposero Napolitano per la Presidenza della Repubblica.
Nonostante le resistenze iniziali, il consenso per Giorgio Napolitano alla carica di Presidente della Repubblica si allargò gradualmente. Casini e Fini appoggiarono subito la candidatura, mentre Berlusconi esitò. Alla fine, prevalse la linea della Lega di Bossi, che optò per la scheda bianca. Giorgio Napolitano fu eletto nel 2006 con circa quaranta voti in più del necessario, un margine significativo ma non schiacciante.
Questa elezione segnò un momento cruciale nella storia politica italiana e nella carriera di Napolitano, che avrebbe poi affrontato sfide importanti durante il suo mandato presidenziale.
Una volta eletto, Giorgio Napolitano si immerse subito nelle responsabilità della carica presidenziale, dedicando particolare attenzione al discorso inaugurale. Giulio Napolitano ricorda aneddoti legati a quel periodo, come le cene al Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi, durante le quali gli veniva spiegato il funzionamento quotidiano del complesso Palazzo.
Questi momenti di apprendimento e adattamento furono cruciali per Napolitano, che si trovò a gestire una delle cariche più importanti e delicate dello Stato italiano.
Il passaggio dal governo di Enrico Letta a quello di Matteo Renzi fu uno dei momenti più delicati della presidenza di Giorgio Napolitano. La celebre frase “stai sereno” di Renzi a Letta divenne simbolica di quel periodo di transizione. Giulio Napolitano offre una prospettiva unica su quei giorni, sottolineando come suo padre abbia sempre creduto nella democrazia parlamentare e si sia sempre rimesso all’indicazione dei partiti e del Parlamento. Il governo Letta, nato con un’ampia fiducia, perse il sostegno di Renzi quando quest’ultimo divenne segretario del Partito Democratico e fece capire che quel governo non gli piaceva più.
Questa fase di transizione politica fu complessa e carica di tensioni, ma Giorgio Napolitano rimase fedele ai principi democratici e istituzionali che avevano guidato la sua carriera.
Giorgio Napolitano si trovò in una posizione davvero complessa durante il passaggio dal governo Letta a quello Renzi. Giulio Napolitano ricorda come suo padre fosse inizialmente perplesso e preoccupato, dato che l’esecutivo era stato formato dopo mesi di paralisi e l’Italia era ancora sotto procedura di infrazione europea. La crescente pressione di Renzi, supportata dal consenso interno al Partito Democratico, rese inevitabile il cambiamento.
Giorgio Napolitano disse a Renzi che il Partito Democratico doveva assumere una posizione chiara: o sostenere lealmente il governo Letta o chiederne il cambio, assumendosene la responsabilità. Questo episodio evidenzia la complessità e le sfide della presidenza di Napolitano, che dovette navigare tra le pressioni politiche e le responsabilità istituzionali.
Giulio Napolitano conclude sottolineando come suo padre, pur accettando la transizione dal governo Letta a quello Renzi, ne rimase amareggiato. Giorgio Napolitano prese atto della situazione, ma si dispiacque per la brutalità di quel passaggio. Questo episodio evidenzia la complessità e le sfide della presidenza di Napolitano, che dovette navigare tra le pressioni politiche e le responsabilità istituzionali.