Pamela Luidelli vive con la sua famiglia sul Lago Maggiore, fonte d’ispirazione per i suoi romanzi ambientati nel fantasioso borgo di Castel Lassù.
Tra una disavventura e l’altra trova il tempo per viaggiare e visitare castelli per l’Europa in cerca di un fantasma da intervistare. Passa le sue giornate con l’inseparabile cane Artù nel suo studio, immersa nei libri bevendo davvero troppe tazze di latte e di tè, nella fiduciosa ricerca di una storia da raccontare.
Questo è il suo secondo romanzo con protagonista Beatrice Testaccio.
Un caffè per l’assassino (edito da Horti di Giano) è la sua ultima fatica letteraria, il sequel di un caffè per la vittima, ma la scrittrice non si ferma qui sta infatti scrivendo un giallo ambientato nel mondo del pugilato.
Beatrice Testaccio si ritrova a vivere nel piccolo borgo di Castel Lassù, sul Lago Maggiore, dove tutti sanno di tutto e passano il tempo a spettegolare. Intanto, gestisce il bar del paese con la zia Tina, si ritrova l’ex fidanzato che non sopporta per casa e deve combattere ogni giorno con il suo corpo un po’ troppo “in carne”, cosa che le genera insicurezza. Nonostante questo, la nostra barista è un vulcano di energie e ha un carattere esplosivo, tanto da far scappare tutti quando sta per arrabbiarsi: sanno che è meglio starle alla larga. Ma ciò che più la caratterizza è quell’inspiegabile rapporto che ha con la sfortuna, che la perseguita al punto da essere sospettata di omicidio visto che, guarda caso, si ritrova sul luogo del delitto. L’arrivo nel piccolo centro di Ares Bacardi, noto cantante in decadenza, sconvolge gli equilibri al punto da portare Beatrice alla ricerca della soluzione del caso, facendolo a modo suo e scontrandosi con il maresciallo Domiziano De Gai, in quell’intricatissimo rapporto di amore e odio che ha con lui. Attraverso l’umorismo giallo di Pamela Luidelli, questo cozy mystery ci catapulta nelle dinamiche che il destino ha simpaticamente ordito attorno all’improvvisata investigatrice pasticciona.
La prefazione è curata da Lina Senserini.
L’introduzione da Gabriele Farina.
Sono tutti da leggere con gusto e divertimento senza esclusione alcuna, i gialli di Pamela Luidelli.
Pamela Luidelli ci conduce a seguire indagini davvero curiose e originali. Si indaga alla ricerca della verità per sciogliere quelli che a prima vista appaiono inesplicabili misteri, ma per quanto improbabile sia la verità gli intrecci apparentemente semplici, dove gli indizi scaturiscono dall’acuto spirito di osservazione del maresciallo Domiziano de Gai che non manca mai di sorprendere per la sua logica e il suo spirito deduttivo.
Gialli per chi è capace di esprimere sensazioni e sentimenti comuni a tutte le età, sono di gradimento anche ai diversamente piccoli: ossia gli adulti che portano sempre un bambino dentro.
Un caffè per l’assassino è un libro divertente, con una scrittura che scivola piacevolmente tra battute spassose e situazioni comico-paradossali e che, nonostante la sua apparente leggerezza, ha un risvolto più serio.
La protagonista Beatrice Testaccio della quale conosciamo azioni e pensieri, trovandola capace di interrogarsi, coi pensieri che, in questo romanzo, si avvitano su loro stessi. Ha una qualità che la rendono simpatica al lettore: si caccia nei guai con una facilità incredibile, a volte sapendo bene di incorrere in pasticci, altre in buona fede, sottomessa a un destino beffardo.
Un po’ per curiosità e poi, per liberarsi dalle accuse, Beatrice inizia a investigare, trovandosi coinvolta in un qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare.
L’autrice racconta una società divisa tra segreti e verità, tra chi riesce a cavarsela, e chi tenta di trovare una nuova strada e finisce peggio di prima.
La narrazione è scorrevole ed i personaggi appaiono divertenti e realistici, difficile infatti non riconoscersi in alcune delle scene descritte o non identificare, con questo o quel protagonista, qualche amico o collega. Sarcastico, pungente.