I fenomeni della deforestazione e del disboscamento sono sempre più presenti e dannosi per tutto il pianeta per fare posto a progetti di agricoltura intensiva, allevamento o urbanizzazione.
Purtroppo da una studio sulla deforestazione a livello mondiale si è notato come essa viaggi a ritmi troppo sostenuti e che tra il 2001 e il 2019 circa 386 milioni di ettari di copertura arborea sono andati persi in tutto il mondo.
Siamo davanti ad un record estremamente negativo che per essere fermato ha bisogno dell’intervento di tutti gli stati.
Mentre una piccola notizia positiva arriva sempre da uno studio del WWF, che dimostra come le foreste abbiano ampie capacità di rigenerazione spontanea e di colonizzazione di spazi abbandonati.
Grazie alle misure di tutela e di protezione del territorio che favoriscono la riproduzione indisturbata degli ecosistemi, è più che totalmente in grado di riappropriarsi di spazi abbandonati, proliferarsi e ricomporsi.
Tanto che al netto, del record negativo di abbattimenti e perdita di aree boschive ed ecosistemi, in 20 anni la natura è riuscita a riprendersi di un territorio grande quanto la Francia, solo una piccola parte è dovuta alla piantumazioni umane, lo studio portato avanti da WWF, Bird Life International e Wildlife Conservation Society, nota che si tratta per la maggior parte nuove foreste nate dalla rigenerazione naturale, lasciando facilmente gli ecosistemi liberi di ingrandirsi.
Le aree del mondo in cui si sono sviluppate più nuove foreste spontanee sono, per quanto riguarda l’Europa, quella dei Balcani e della Scandinavia, mentre per il resto del mondo, Mongolia dove negli ultimi vent’anni si sono ricostituiti oltre un milione di ettari di nuovi boschi, poi Siberia, Brasile e Canada guidano la classifica.
Per quanto riguarda l’assorbimento di CO2, queste nuove foreste hanno la capacità di assorbire 5,9 gigatonnellate di anidride carbonica, una quantità maggiore rispetto alle emissioni annuali degli Stati Uniti.