Monica Manzini è nata e vive a Roma con la famiglia.
E’ una grafologa giudiziaria iscritta al Tribunale della Capitale.
Insieme alla mamma Santina è socia fondatrice dell’Associazione Vivi la Vita impegnata in aiuto delle donne in difficoltà.
Non ha mai abbandonato il suo amore per la scrittura e quest’anno si è cimentata nella sua fatica “Le ali della verità”.
Edito da Youcanprint con la prefazione del Dottor Marino Collacciani docente in Scienze della Comunicazione.
Nel maggio del 2021 vengono ritrovati i resti di Sara Adelmi, una ragazza del quartiere Parioli allontanatasi da casa nel 1990, dopo aver inviato una lettera all’amica nella quale le comunicava di aver deciso di partire con un ragazzo appena conosciuto. Gli esponenti che nel corso degli anni hanno proposto le varie teorie vengono invitati nel salotto televisivo “Tze Tze”, condotto dal giornalista Vittorio Mosca, per formare un tavolo tecnico e provare a ricostruire la vicenda alla luce dell’ultima tarsia introdotta dal corpo della ragazza. Tra gli ospiti di Mosca un’esperta in grafologia, disciplina controversa e da sempre fanalino di coda delle scienze forensi, abituata a difendersi e a dover patrocinare la materia che rappresenta.
Animata da una forte passione nonché da una estrema empatia verso i protagonisti delle sue indagini, travalicando i contrasti con i tecnici e provando anzi a suturare con un unico filo le singole ipotesi, è ora più che mai determinata a liberare la verità da quel foglio. Motore ispiratore del libro è la lettera che Alessia Rosati, giovane romana scomparsa nel 1994 e mai più trovata, ha inviato all’amica prima di allontanarsi per sempre da casa.
Un romanzo elegante ed intrigante, dove la passione e la competenza nell’ambito dell’autrice fornisce spessore ed insegnamento.
Donne che hanno tanti punti in comune quante sono le loro differenze.
Con una scrittura vibrante e suggestiva, Monica Manzini ci mostra tutta l’abiezione che si nasconde dietro le luci e lo sfavillio della Capitale. Raccontato senza riserve, offre lo sguardo dietro alle quinte, privo di maschere. I personaggi che andiamo ad incontrare sono legati gli uni agli altri da sotterfugi, oscure dinamiche di dipendenza, fatte di catene e gabbie. Mettendoci a parte degli antefatti, sistema le posizioni, assegna i ruoli per la tragedia incombente e quando viene il momento di andare in scena, la narrazione si fa tesa.
Il romanzo si tinge di giallo vivo e anche la struttura della narrazione si modifica per segnalare anche visivamente il cambio di passo. Sopra le parti Roma da città teatro della vicende assurge anche al ruolo di titolo dei capitoli sempre più protagonista.
La cosa sorprendente di questo romanzo è che una volta arrivati alla verità, questa non coincide con il punto definitivo.
Tante riflessioni nascono da questa lettura: sulla giustizia e sul modo di amministrarla, sulle persone che hanno il potere e ricoprono ruoli adatti a portare a galla la verità, come ad insabbiarla.
Veniamo posti di fronte a giochi sotterranei, fatti di favori, di minacce, di sgarbi ricevuti e rimandati al mittente.
Un giallo di classe che si chiude con una promessa, un libro da vivere.